
Abruzzo in ginocchio
22 Aprile 2009, Pescara - Niente luce, niente stufette, cibo scarso e freddo, tende allagate, temperature invernali. Due settimane dopo il terremoto. In alcune tendopoli c’è ancora chi batte i denti. Lì la gente dorme con i maglioni di lana e i cappotti. Ma non bastano a fronteggiare il freddo e l’umidità dovuta alla pioggia battente. E il tempo potrebbe peggiorare.
Gli alberghi sono al collasso, i viveri non bastano. La Protezione Civile non riesce, nonostante il grande impegno, a fronteggiare le necessità che giorno dopo giorno crescono.
La terra trema ancora e negli occhi la paura.
L’Aquila non è l’unico centro colpito. Purtroppo. Decine di piccoli centri limitrofi hanno subito grossi danni. Teramo è in stato di emergenza. Presidi dei Vigili del Fuoco, della Croce Rossa nelle vie principali. Per il certificato di agibilità delle proprie abitazioni bisogna mettersi in lista d’attesa. Aspettare vuole dire non poter rientrare. Per quanto se ne dica, non è tutto sotto controllo: si fatica a riorganizzarsi. Colpiscono i piccoli campi, le tendopoli “private” che si intravedono sui campi di calcetto della provincia teramana. La voglia di ricominciare è ostacolata dalle crepe profonde nei muri, dalle automobili usate come giaciglio per la notte. Le università pian piano si ripopolano di studenti ma i fuori sede preferiscono aspettare.
Sulla costa l’allerta è minore. È qui che si è raccolta la maggior parte della popolazione d’Abruzzo tra le strutture alberghiere e quelle di proprietà. Percorrendo la Strada Statale Adriatica, da Vasto ad Alba A., guardando verso il mare, sembra di essere in piena stagione estiva. Ma non c’è il sole. Piove. Non è una vacanza. È uno sciame sismico, faglie attive, che qui non dà tregua, che trema e spaventa la notte.
Molte le prenotazioni annullate negli alberghi per la XVI edizione dei Giochi del Mediterraneo a 60 giorni dal taglio dei nastri di partenza.
Molte le prenotazioni annullate negli alberghi per la XVI edizione dei Giochi del Mediterraneo a 60 giorni dal taglio dei nastri di partenza.
I segni del terremoto sono evidenti anche dove ci si sente al sicuro: casolari rasi al suolo, vecchi stabilimenti industriali danneggiati, crepe nei muretti di contenimento sulle strade.
Per le vie del centro di Pescara gli aquilani hanno il viso stravolto dalla catastrofe, passeggiano uno accanto all’altro in cerca di tranquillità. Alcuni di loro, non più in possesso dei propri documenti, hanno i timbri su una mano per le entrate e le uscite dal centro d’accoglienza di appartenenza.
Per le vie del centro di Pescara gli aquilani hanno il viso stravolto dalla catastrofe, passeggiano uno accanto all’altro in cerca di tranquillità. Alcuni di loro, non più in possesso dei propri documenti, hanno i timbri su una mano per le entrate e le uscite dal centro d’accoglienza di appartenenza.
Gli abruzzesi si rialzeranno. Ma il terremoto, la furia sommessa delle viscere della terra, che entra con prepotenza nella propria vita, non si cancellerà più.
Sara Taddei
Sara Taddei
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